
Friulano Puiatti 2019
Il friulano Puiatti è uno di quei vini che non si scorda, almeno per me è stato una delle belle sorprese del 2020, quest’anno così ambiguo e che sembra non volere finire. E le emozioni belle si ricordano.
“LA NATURA AMA LA SEMPLICITÀ, LA SEMPLICITÀ È LA FORMA DELLA GRANDEZZA.”
Vittorio Puiatti, 1967
Puiatti ha uno stile molto particolare che evidenzia bene nelle bottiglie così come nel sito, con quattro negazioni: no uso di legno, no surmaturazione, no macerazione e no ossidazione. Perché questo? Le scelte di vinificazione scelte esaltano la natura stessa del vitigno senza alterarlo mantenendolo il più fedele possibile alla sua natura. Perché il vitigno è figlio della terra e come tale ha le sue peculiarità e non vale la pena nasconderle.
Save a tree, drink Puiatti. No oak aged wines
Puiatti Friulano 2019
Questo 100% Friulano mi ha colpito per sentori di frutta a pasta bianca, la pesca, la pera, ma non basta, perché concentrandosi emergono anche note speziate di pepe rosa, bianco. Il bocca piacevolmente equilibrato tra morbidezze durezze dove freschezza e mineralista invitano a riempire il bicchiere.



Rifacendosi alla filosofia espressa sopra quindi è prodotto esclusivamente con uve Friulano 100%, raccolte verso fine settembre. La vinificazione avviene in bianco alla temperatura controllata di 21°C, successivamente avviene la maturazione in vasche di acciaio.
Puiatti si trova a Romans d’Isonzo, vicino all’uscita Villesse dell’autostrada A4, dove uno strato ghiaioso e argille rosse ricche di ferro contribuiranno a rendere interessante questo vino, Friulano (o tocai a voce bassa, ma fiera).
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